Conto cointestato: guida al funzionamento

Cos’è il conto cointestato
Un conto cointestato è un conto corrente intestato a due o più persone. Tutti i titolari hanno pari diritti e responsabilità nella gestione del denaro depositato. Ogni cointestatario può accedere ai fondi e svolgere operazioni secondo le regole stabilite nel contratto. Questo tipo di conto è pensato per chi vuole gestire insieme le proprie finanze, come coppie, familiari, amici o soci. La cointestazione permette di centralizzare le risorse e semplificare la gestione delle spese comuni.
Modalità di cointestazione
Non è necessario essere parenti per aprire un conto cointestato. Possono essere cointestatari anche conviventi, amici o colleghi. È possibile aggiungere un nuovo cointestatario a un conto già esistente, ma serve il deposito della firma in banca. La cointestazione può essere modificata solo chiudendo il conto e aprendone uno nuovo con i titolari desiderati. Ogni cointestatario deve essere identificato e firmare il contratto.
Differenza tra cointestazione e delega
La cointestazione attribuisce a tutti i titolari gli stessi diritti e doveri sul conto. Ognuno può operare secondo le regole scelte (firma singola o congiunta). La delega, invece, permette a una persona terza di agire per conto dell’intestatario, ma con limiti precisi. Il delegato non è titolare del conto e può operare solo entro i limiti stabiliti dalla delega. In caso di decesso dell’intestatario, la delega decade automaticamente, mentre la cointestazione segue le regole dell’eredità.
Vantaggi e svantaggi
Il conto cointestato offre praticità nella gestione delle finanze comuni, ma comporta anche rischi e responsabilità condivise.
Dividere spese e operatività
Con un conto cointestato è più semplice dividere le spese comuni come affitto, bollette, spese domestiche o acquisti familiari. Tutti i titolari possono effettuare versamenti, prelievi, bonifici e pagamenti senza complicazioni. Le spese di gestione, se fisse, si pagano una sola volta. Il conto cointestato è utile per chi vuole avere una visione chiara delle finanze comuni e gestire insieme le entrate e le uscite. È una soluzione pratica per coppie, famiglie con figli adulti o soci che devono gestire fondi condivisi.
Problemi in caso di controversie
Se tra i cointestatari sorgono disaccordi, la gestione del conto può diventare difficile. In caso di separazione o divorzio, senza accordi scritti, il saldo viene diviso in parti uguali, anche se uno dei due ha versato più soldi. Se uno dei titolari preleva tutto il denaro prima della divisione, la situazione si complica e può essere necessario l’intervento di un giudice. In caso di decesso, la quota del defunto entra nell’eredità e il conto può essere bloccato fino alla conclusione delle pratiche. La gestione condivisa richiede fiducia e trasparenza tra i titolari.
Tipologie di firme
La gestione del conto cointestato dipende dal tipo di firma scelto al momento dell’apertura. La scelta tra firma singola e firma congiunta incide sulle modalità operative e sul livello di controllo.
Firma singola
Con la firma singola (detta anche firma disgiunta), ogni cointestatario può operare in autonomia. Non serve il consenso degli altri per fare prelievi, bonifici o pagamenti. Questa modalità è utile per chi vuole flessibilità e rapidità nelle operazioni. Ogni titolare può gestire il conto come se fosse proprio, ma resta responsabile anche per le operazioni fatte dagli altri. La firma singola è adatta a chi si fida pienamente degli altri cointestatari e vuole evitare rallentamenti nelle operazioni quotidiane.
Firma congiunta
Con la firma congiunta, ogni operazione deve essere autorizzata da tutti i cointestatari. Serve la firma di ciascuno per prelievi, bonifici e altre transazioni. Questa modalità offre maggiore controllo, ma può rallentare la gestione quotidiana. È indicata per chi vuole che tutte le decisioni siano condivise e approvate da tutti i titolari. La firma congiunta è spesso scelta da famiglie o soci che vogliono evitare operazioni non concordate. Alcune banche offrono soluzioni ibride, in cui alcune operazioni richiedono la firma di tutti, altre solo di uno.
Procedura di apertura
Aprire un conto cointestato richiede alcuni passaggi precisi e la collaborazione di tutti i futuri titolari.
Documenti richiesti
Tutti i cointestatari devono presentare un documento d’identità valido, il codice fiscale e depositare la propria firma originale in banca. La banca può richiedere anche informazioni sulla provenienza dei fondi e sulla situazione finanziaria dei titolari. Se si aggiunge un nuovo cointestatario a un conto già esistente, è necessario aggiornare il contratto e depositare la firma del nuovo titolare.
Scelta della banca
È importante valutare le condizioni offerte dalle diverse banche: costi di gestione, servizi inclusi, modalità di operatività e possibilità di gestire il conto online. Ogni banca può proporre soluzioni diverse per le esigenze dei clienti. Prima di aprire il conto, è utile confrontare le offerte e leggere attentamente il contratto. Alcune banche offrono conti specifici per famiglie, coppie o soci, con servizi aggiuntivi e condizioni agevolate.
Gestione e responsabilità
La gestione del conto cointestato comporta responsabilità condivise tra tutti i titolari. Ogni cointestatario è responsabile per l’intero saldo, anche se le operazioni sono state fatte da un altro titolare.
Operatività dei cointestatari
Tutti i cointestatari possono operare sul conto secondo le regole stabilite (firma singola o congiunta). Le operazioni possono essere svolte sia in filiale sia tramite home banking. Ogni titolare può consultare il saldo, effettuare versamenti, prelievi, bonifici, pagamenti e usare le carte collegate al conto. In caso di firma congiunta, tutte le operazioni devono essere autorizzate da tutti i titolari. In caso di firma singola, ogni titolare può agire in autonomia, ma resta responsabile anche per le operazioni degli altri.
Dal punto di vista fiscale, ogni cointestatario deve dichiarare la propria quota di saldo e movimenti nella dichiarazione dei redditi. La giacenza media per l’ISEE si calcola dividendo il saldo per il numero dei titolari. Gli interessi maturati sono soggetti a tassazione.
Cosa succede in caso di decesso
Se un cointestatario muore, la gestione del conto cambia.
- Con firma congiunta, il conto viene bloccato fino all’individuazione degli eredi e alla conclusione delle pratiche di successione. Nessuno può operare fino a quando non viene definita la quota spettante agli eredi.
- Con firma singola, viene bloccata solo la quota del defunto; gli altri possono continuare a operare sulla propria parte fino alla chiusura del conto e alla divisione dell’eredità.
Gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate entro un anno dal decesso. L’imposta di successione varia in base al grado di parentela e al valore ereditato. Se il patrimonio supera determinate soglie, è dovuta un’imposta proporzionale. In caso di eredi in linea retta, l’imposta si applica solo se il valore supera 1 milione di euro per ciascun erede. Tra fratelli, la soglia è di 100.000 euro.
La chiusura del conto richiede la collaborazione di tutti i titolari o degli eredi. Se ci sono disaccordi, la procedura può richiedere tempi lunghi e l’intervento di un legale.
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