
Il conto in rosso si verifica quando il saldo del conto corrente scende sotto lo zero. In pratica, si spendono più soldi di quelli disponibili. Questo può accadere in due modi: superando la disponibilità effettiva sul conto oppure andando oltre il limite di un fido bancario, se presente. Il fido è una somma che la banca mette a disposizione come credito aggiuntivo rispetto al saldo. Se si supera anche questo limite, si parla di sconfinamento oltre fido.
Non tutte le banche permettono di andare in rosso. Alcuni contratti non prevedono questa possibilità: in questi casi, il cliente può spendere solo ciò che ha sul conto. Se invece la banca consente lo sconfinamento, può applicare condizioni e costi specifici. È fondamentale conoscere le regole del proprio contratto e verificare se la banca consente di andare in negativo e a quali condizioni.
Il conto in rosso è una situazione che può capitare sia ai privati sia alle aziende. Vediamo alcuni esempi pratici.
In tutti questi casi, se la banca accetta di coprire il pagamento, il conto va in rosso e si genera uno sconfinamento.
Una delle cause principali del conto in rosso è il prelievo di una somma superiore a quella disponibile. Questo può succedere con un prelievo bancomat, un pagamento con carta o un addebito automatico. Se il saldo non basta e la banca non blocca l’operazione, si genera uno sconfinamento. Alcune banche autorizzano il pagamento anche senza copertura, altre invece lo rifiutano.
Anche un bonifico disposto senza avere fondi sufficienti può portare il conto in rosso. Se la banca esegue comunque il pagamento, il saldo diventa negativo. Questo succede spesso quando si programmano pagamenti automatici o bonifici ricorrenti senza controllare il saldo disponibile. È importante verificare sempre la disponibilità prima di disporre un bonifico, soprattutto se si hanno più addebiti nello stesso periodo.
Altre cause possono essere addebiti di utenze, rate di finanziamenti o pagamenti POS che vengono processati anche in assenza di fondi. In alcuni casi, la banca può concedere uno scoperto temporaneo per coprire queste spese, ma applicherà costi aggiuntivi.
Andare in rosso comporta costi aggiuntivi. La banca applica interessi di mora sul saldo negativo, che vengono calcolati in base ai giorni di sconfinamento e all’importo. Più a lungo si resta in rosso, maggiori saranno gli interessi da pagare. Oltre agli interessi, la banca può addebitare commissioni specifiche, come la commissione di istruttoria veloce (CIV), che viene applicata ogni volta che si verifica uno sconfinamento.
Le condizioni economiche sono indicate nel contratto di conto corrente. Gli interessi di mora sono generalmente più alti rispetto a quelli previsti per il fido autorizzato. Anche le commissioni possono incidere in modo significativo sul costo totale dello sconfinamento.
Dal 2021 sono in vigore regole più rigide per chi va in rosso. Se lo sconfinamento supera 100 euro per i privati o 500 euro per le imprese, e dura oltre 90 giorni consecutivi, la banca deve segnalare il cliente alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia. Oltre alla soglia assoluta, deve essere superata anche la soglia dell’1% dell’esposizione totale verso la banca.
La segnalazione come “cattivo pagatore” può avere conseguenze serie: rende difficile ottenere nuovi finanziamenti, mutui o prestiti. La storia creditizia viene aggiornata e le banche consultano questi dati prima di concedere credito. Anche se la segnalazione non equivale automaticamente a una “sofferenza”, può comunque limitare l’accesso al credito.
Le banche possono inoltre bloccare l’utilizzo di carte di credito, assegni, bonifici e prelievi fino a quando la situazione non viene sanata. Nei casi più gravi, possono avviare azioni legali per il recupero delle somme dovute.
La soluzione più semplice per uscire dal rosso è versare sul conto la somma necessaria per riportare il saldo almeno a zero. È importante agire rapidamente per limitare costi e conseguenze. Più si aspetta, più aumentano gli interessi e il rischio di segnalazione.
Il rientro può avvenire tramite bonifico, versamento in filiale o accredito di uno stipendio o di un pagamento atteso. In alcuni casi, basta coprire la somma sconfinata per evitare ulteriori problemi.
Se non è possibile coprire subito il debito, si può concordare con la banca un piano di rientro. Questo prevede il rimborso graduale della somma dovuta, secondo tempi e modalità stabilite insieme all’istituto. La banca può proporre una rateizzazione o una revisione delle condizioni del fido.
È importante comunicare tempestivamente con la banca e non ignorare le richieste di rientro. Un piano concordato permette di evitare segnalazioni negative e di gestire meglio la situazione finanziaria. In caso di difficoltà, è consigliabile chiedere consiglio a un consulente finanziario o rivolgersi a un’associazione di consumatori.
Per evitare il conto in rosso è fondamentale monitorare regolarmente il saldo e le operazioni. Molte banche offrono servizi online e app che permettono di controllare in tempo reale entrate e uscite. Esistono anche strumenti di gestione della tesoreria, come software che aiutano a pianificare i flussi di cassa e a prevedere eventuali scoperti.
Utilizzare questi strumenti permette di avere sempre sotto controllo la situazione finanziaria e di intervenire prima che si verifichi uno sconfinamento. È utile anche impostare limiti di spesa e verificare periodicamente le scadenze di pagamenti e addebiti automatici.
Molte banche offrono servizi di notifica che avvisano quando il saldo scende sotto una certa soglia o quando si avvicina un addebito importante. Attivare queste notifiche permette di intervenire subito e prevenire sconfinamenti.
Le notifiche possono essere inviate via SMS, email o tramite app. Alcuni strumenti permettono anche di impostare alert personalizzati per specifiche categorie di spesa o per movimenti insoliti. In questo modo, è possibile agire tempestivamente e mantenere il controllo sulle proprie finanze.
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