
La successione ereditaria si attiva quando una persona deceduta lascia beni, diritti o obbligazioni che devono essere trasferiti agli eredi. È un adempimento fiscale e amministrativo che riguarda sia i beni immobili sia quelli mobili, come conti correnti, titoli, azioni o quote societarie.
La dichiarazione di successione è obbligatoria se il defunto possedeva almeno uno dei seguenti beni.
Non è richiesta se l’eredità è composta solo da beni mobili di modesto valore e non ci sono immobili. È comunque consigliato verificare la situazione patrimoniale con attenzione, perché la mancata presentazione può comportare sanzioni.
La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data del decesso. Il termine decorre dal giorno della morte. Se non si rispetta la scadenza, si applicano sanzioni amministrative e interessi di mora. In caso di più eredi, basta che uno presenti la dichiarazione per tutti. È importante raccogliere i documenti necessari il prima possibile per evitare ritardi e complicazioni.
Per avviare la pratica di successione, occorre presentare una serie di documenti che attestano l’identità, la situazione familiare e il patrimonio del defunto.
Il certificato di morte è il documento principale che attesta il decesso. Può essere richiesto presso il Comune dove è avvenuto il decesso o sostituito da un’autocertificazione ai sensi degli articoli 46 e 47 del D.P.R. 445/2000. Serve anche il certificato di ultima residenza o lo stato di famiglia storico, che indica i componenti del nucleo familiare al momento della morte. Questi documenti sono utili per individuare gli eredi legittimi.
Se il defunto ha lasciato un testamento, occorre allegare una copia autenticata e la pubblicazione notarile. Il testamento stabilisce la volontà del defunto sulla distribuzione dei beni. In assenza di testamento, si applicano le regole della successione legittima. Se ci sono più versioni del testamento, va presentata quella più recente e valida.
Per ogni immobile o terreno intestato al defunto, è necessario allegare la visura catastale aggiornata e gli atti di proprietà (rogiti, atti di acquisto, eventuali successioni precedenti). Se ci sono state variazioni (condoni, ampliamenti, frazionamenti), occorre presentare la relativa documentazione. In caso di aree edificabili, serve anche il certificato di destinazione urbanistica.
Gli eredi devono essere identificati in modo preciso e devono dichiarare la propria volontà rispetto all’eredità.
Per ogni erede e legatario, è richiesta la copia del documento di identità e del codice fiscale in corso di validità. Questi dati sono necessari per la corretta compilazione della dichiarazione e per l’attribuzione delle quote ereditarie.
Gli eredi possono accettare o rinunciare all’eredità. L’accettazione può essere espressa o tacita. In caso di rinuncia, è necessario presentare l’atto ufficiale redatto davanti a un notaio o presso il tribunale competente. Se un erede accetta con beneficio di inventario, occorre allegare il verbale di accettazione e l’inventario dei beni.
Se un erede non può occuparsi direttamente della pratica, può delegare un altro soggetto tramite procura scritta. La procura deve essere allegata alla documentazione e deve essere firmata in originale.
La dichiarazione di successione richiede una ricostruzione dettagliata del patrimonio del defunto, sia attivo sia passivo.
Per ogni conto corrente, libretto di risparmio, deposito titoli o altro rapporto bancario intestato al defunto, occorre una dichiarazione della banca o della posta che attesti la situazione attiva e passiva alla data del decesso. Questo documento è fondamentale per calcolare il valore dell’eredità e per la liquidazione delle imposte.
Oltre agli atti di proprietà e alle visure catastali, è necessario presentare eventuali documenti relativi a variazioni catastali, condoni edilizi, ampliamenti, frazionamenti o riunioni di usufrutto. Se il defunto era titolare di diritti reali (usufrutto, nuda proprietà), occorre documentare la situazione aggiornata.
Se il defunto aveva debiti, mutui, finanziamenti o altre passività, bisogna presentare la documentazione che ne attesti l’esistenza e l’ammontare. Ad esempio, certificati bancari per mutui residui, estratti conto, documenti di prestiti o debiti verso terzi. Questi importi vengono sottratti dal valore attivo dell’eredità per il calcolo delle imposte.
La dichiarazione di successione si presenta all’Agenzia delle Entrate. Esistono diverse modalità operative.
La dichiarazione può essere presentata:
È necessario allegare tutta la documentazione richiesta in formato digitale o cartaceo, a seconda della modalità scelta. Dopo la presentazione, l’Agenzia rilascia una ricevuta e, se richiesto, la voltura catastale degli immobili.
È possibile affidarsi a intermediari abilitati come CAF, notai o commercialisti. Questi soggetti possono trasmettere la dichiarazione online, offrire assistenza nella raccolta dei documenti e gestire eventuali problematiche. Il CAF UIL, ad esempio, fornisce supporto in tutte le fasi della pratica, dalla verifica dei documenti alla trasmissione telematica.
La successione comporta il pagamento di imposte e, in alcuni casi, di spese accessorie.
L’imposta di successione si calcola sul valore complessivo dell’eredità, al netto di debiti e passività. Le aliquote variano in base al grado di parentela:
Oltre all’imposta di successione, sono dovute l’imposta ipotecaria e catastale sugli immobili, generalmente in misura fissa o proporzionale.
Sono previste esenzioni per i trasferimenti tra coniugi e parenti in linea retta entro i limiti di franchigia. Esistono agevolazioni per la prima casa, che riducono le imposte ipotecarie e catastali. Alcuni beni, come titoli di Stato, sono esclusi dal calcolo dell’imposta. In presenza di disabili gravi, la franchigia può essere aumentata.
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