
Un assegno bancario compilato in modo errato può essere respinto dalla banca. Ogni campo deve essere riempito senza errori, cancellature o omissioni. La corretta compilazione protegge sia chi emette l’assegno sia chi lo riceve. Un assegno compilato male può causare ritardi nei pagamenti, sanzioni amministrative e problemi legali. La banca può rifiutare l’incasso se mancano dati obbligatori o se ci sono irregolarità evidenti.
Compilare correttamente l’assegno è anche una misura di sicurezza contro le frodi. Un assegno con spazi vuoti o dati poco chiari può essere facilmente alterato. Inserire tutti i dati richiesti, in modo leggibile e senza lasciare margini di manomissione, riduce il rischio di truffe.
Se l’assegno presenta errori, il beneficiario potrebbe non riuscire a incassare la somma. La banca può rifiutare il pagamento se l’importo in cifre e quello in lettere non coincidono, se la firma non corrisponde a quella depositata o se ci sono cancellature. In caso di assegno scoperto, cioè senza copertura sul conto, chi lo ha emesso rischia una sanzione amministrativa e il protesto. Il protesto è un atto pubblico che segnala l’inadempienza e può compromettere la reputazione creditizia.
Se l’assegno viene compilato in modo errato e il pagamento non va a buon fine, il traente può essere iscritto alla Centrale d’Allarme Interbancaria (CAI). Questo comporta la sospensione temporanea della possibilità di emettere altri assegni e di utilizzare carte di credito.
L’assegno deve essere conservato con attenzione fino all’incasso. Il termine per presentare l’assegno all’incasso è di 8 giorni se emesso “su piazza” (stesso comune della banca) e 15 giorni se “fuori piazza” (comune diverso). Se l’assegno non viene incassato entro questi termini, il traente può revocare il pagamento. Dopo la scadenza, il beneficiario perde il diritto di agire contro la banca, ma può ancora agire contro chi ha emesso l’assegno entro 6 mesi dalla scadenza dei termini di presentazione.
Un assegno bancario valido deve contenere alcuni dati essenziali. La mancanza anche di uno solo di questi elementi può rendere l’assegno nullo e non incassabile.
Altri elementi obbligatori sono la dicitura “non trasferibile” per importi pari o superiori a 1.000 euro. Se manca questa clausola su assegni di importo superiore, si rischiano sanzioni amministrative.
Molti assegni vengono respinti per errori che si possono evitare con attenzione.
Se l’importo in cifre non coincide con quello in lettere, la banca considera valido quello scritto in lettere. Questo serve a evitare frodi. Per evitare problemi, controlla sempre che le due indicazioni siano identiche. Usa il cancelletto per “bloccare” l’importo e impedire modifiche.
Non sono ammesse cancellature, correzioni o abrasioni. Se sbagli a compilare un assegno, annullalo e compilane uno nuovo. Non lasciare spazi vuoti che potrebbero essere riempiti da altri. Scrivi sempre in modo leggibile e senza abbreviazioni.
Un altro errore frequente è la mancanza della dicitura “non trasferibile” su assegni di importo superiore a 1.000 euro. In questo caso, la sanzione può arrivare fino a 50.000 euro.
Alcune situazioni richiedono attenzione specifica e regole diverse.
La legge vieta di postdatare un assegno, cioè di indicare una data successiva a quella reale di emissione. Se ricevi un assegno postdatato, puoi incassarlo subito. Chi lo ha emesso rischia una sanzione amministrativa. La banca è tenuta a segnalare l’illecito alle autorità.
Un assegno barrato può essere incassato solo tramite una banca e non in contanti. Le due barre sulla parte anteriore dell’assegno indicano questa limitazione. L’assegno per atto pubblico è raro e viene usato in casi specifici, come eredità o atti notarili. In questi casi, la compilazione e la gestione seguono regole particolari e spesso richiedono l’intervento di un notaio.
Se sorgono problemi con un assegno, è importante agire subito per tutelare i propri diritti.
Se perdi un assegno o ti viene rubato, devi fare subito denuncia alle autorità e avvisare la banca. La banca può bloccare il pagamento per evitare che l’assegno venga incassato da persone non autorizzate. È importante agire rapidamente per ridurre il rischio di frodi.
Se l’assegno viene incassato da un terzo in modo fraudolento, puoi agire legalmente contro chi lo ha incassato e contro la banca, se non ha rispettato le procedure di controllo.
Se la banca rifiuta il pagamento senza motivo valido, puoi presentare un reclamo scritto. La banca deve rispondere entro 30 giorni. Se la risposta non è soddisfacente, puoi rivolgerti all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), che offre una soluzione rapida e gratuita per le controversie tra clienti e banche.
In caso di assegno scoperto o protestato, è possibile tentare una soluzione bonaria con il beneficiario, ad esempio pagando la somma dovuta più eventuali penali. Se non si trova un accordo, il protesto resta registrato e può avere conseguenze gravi sulla possibilità di ottenere credito in futuro.
Scopri le migliori offerte delle banche
Scopri le migliori offerte delle banche
Scopri le migliori offerte delle banche