
Quando una persona muore, il suo conto corrente viene bloccato dalla banca. Questo blocco serve a evitare prelievi non autorizzati e a tutelare gli eredi. Il conto corrente, insieme ad altri beni del defunto, entra a far parte dell’eredità. Gli eredi devono seguire una procedura precisa per poter accedere alle somme depositate. La successione bancaria comporta obblighi fiscali e legali che non si possono evitare. Tutte le operazioni sul conto sono sospese fino a quando la banca non riceve la documentazione necessaria e verifica chi sono gli eredi legittimi.
La successione sul conto corrente scatta subito dopo il decesso del titolare. Appena la banca viene informata della morte, blocca il conto e tutti i rapporti collegati (ad esempio, conto titoli, cassette di sicurezza, carte di credito e bancomat). Questo blocco è automatico e serve a impedire che qualcuno possa prelevare o movimentare somme senza autorizzazione. Gli eredi possono avviare le pratiche solo dopo aver ottenuto i documenti richiesti e aver comunicato formalmente il decesso alla banca.
Le persone coinvolte nella successione di un conto corrente sono:
Se il conto è cointestato, anche i cointestatari superstiti sono coinvolti. In questi casi, la banca blocca comunque il conto e l’operatività viene sospesa fino alla conclusione delle pratiche di successione.
Quando si eredita un conto corrente, bisogna pagare l’imposta di successione. L’importo dell’imposta dipende dal grado di parentela tra il defunto e gli eredi e dal valore complessivo dell’eredità. Le somme depositate sul conto corrente vengono considerate parte dell’asse ereditario e sono soggette a tassazione secondo le regole previste dalla legge italiana.
Le aliquote dell’imposta di successione sono stabilite in base al rapporto di parentela.
Per le persone con disabilità grave riconosciuta (Legge 104/92), la franchigia sale a 1,5 milioni di euro. L’imposta si applica solo sulla parte eccedente.
Dal 2025, l’imposta di successione deve essere calcolata e versata direttamente dagli eredi durante la compilazione della dichiarazione di successione. Il calcolo si effettua considerando il valore netto dell’eredità, cioè il totale dei beni meno eventuali debiti e passività. Gli eredi possono utilizzare i software messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate per calcolare l’imposta dovuta. Il pagamento può avvenire in un’unica soluzione o a rate, se l’importo supera i 1.000 euro. In caso di rateizzazione, almeno il 20% dell’imposta deve essere versato come acconto, mentre il resto può essere suddiviso in 8 rate trimestrali (12 rate per importi superiori a 20.000 euro).
Il pagamento va effettuato entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione di successione. Se la dichiarazione è presentata all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, il pagamento può essere fatto tramite modello F24 o con addebito diretto sul conto corrente.
Gli eredi devono seguire una serie di passaggi per ottenere le somme dal conto corrente del defunto. La procedura è regolata dalla legge e prevede la presentazione di documenti specifici sia alla banca sia all’Agenzia delle Entrate.
Il primo passo è comunicare il decesso del titolare alla banca. Gli eredi devono presentare:
La banca può richiedere ulteriori documenti in caso di situazioni ereditarie complesse o in presenza di testamenti particolari. Gli eredi devono anche restituire tutte le carte di pagamento collegate al conto (carte di credito, bancomat, libretti degli assegni, telepass). Se non si trovano, è necessario sporgere denuncia.
Gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla data del decesso. Questo documento è fondamentale per sbloccare il conto corrente e accedere alle somme depositate. La dichiarazione può essere presentata online tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate oppure tramite un intermediario abilitato (ad esempio, un commercialista o un notaio).
Nella dichiarazione vanno indicati tutti i beni ereditati, compresi i conti correnti, i titoli, gli immobili e altri valori. Dopo la presentazione, l’Agenzia delle Entrate rilascia una ricevuta che deve essere consegnata alla banca per completare la procedura di successione.
La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla morte del titolare del conto. Il pagamento dell’imposta di successione deve avvenire entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione. Solo dopo aver completato questi passaggi, la banca può sbloccare il conto e liquidare le somme agli eredi.
I tempi per la liquidazione possono variare in base alla complessità della situazione ereditaria e alla rapidità con cui vengono presentati i documenti richiesti. In media, la procedura può richiedere da alcune settimane a diversi mesi.
Non sono previste proroghe automatiche per la presentazione della dichiarazione di successione o per il pagamento dell’imposta. In caso di ritardo, si applicano sanzioni e interessi di mora. È importante rispettare tutte le scadenze per evitare problemi con la banca e con il fisco.
Per ridurre le tasse di successione, è utile:
In alcuni casi, la presenza di più eredi può permettere di suddividere le somme in modo da non superare le franchigie e ridurre così l’imposta dovuta.
La procedura di successione può essere complessa, soprattutto in presenza di più eredi, testamenti o patrimoni articolati. È consigliabile rivolgersi a un notaio, a un commercialista o a un consulente specializzato per:
Un professionista può anche aiutare nella compilazione della dichiarazione di successione e nel dialogo con la banca e l’Agenzia delle Entrate.
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