Pensioni 2026, Opzione Donna chiude ufficialmente: cosa succede a chi ha maturato il diritto
10 nov 2025 | 2 min di lettura | Pubblicato da Carmela di Matteo

Il capitolo previdenziale della Legge di Bilancio 2026 prevede una strategia mirata al contenimento della spesa. La misura più rilevante è la mancata proroga di Opzione Donna e la probabile chiusura di Quota 103, segnando la fine di importanti misure di flessibilità per anticipare la pensione.
L'unica modifica introdotta è un rinvio parziale dell'aumento dei requisiti anagrafici (tre mesi) che sarà graduale tra il 2027 e il 2028. Per le lavoratrici, la chiusura di Opzione Donna è definitiva, ma vige la cristallizzazione del diritto: chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2024 potrà ancora accedere alla pensione anticipata nel 2026.
Stop ad Opzione Donna: la misura non sarà rinnovata dalla Legge di Bilancio 2026
Il destino di Opzione Donna appare segnato. Dopo essere stata prorogata quasi ininterrottamente dal 2004, la misura non sarà rinnovata nella Legge di Bilancio 2026. La sua scadenza formale, fissata al 31 dicembre 2025, segna la chiusura definitiva dell'esperienza di pensionamento anticipato per le lavoratrici a partire dal 1° gennaio 2026.
Opzione Donna, pur essendo stata una via d'uscita anticipata (rispetto alla vecchiaia ordinaria), richiedeva un ricalcolo dell'assegno interamente con il metodo contributivo, il che comportava una sensibile penalizzazione economica. Negli ultimi anni, l'accesso era stato ristretto a una platea specifica: caregiver che assistono familiari disabili, donne disoccupate/licenziate, lavoratrici di aziende in crisi e invalide con grado di invalidità pari o superiore al 74%.
Cristallizzazione del diritto per l'uscita nel 2026: come funziona e chi ha diritto
Nonostante la chiusura formale della misura, il sistema previdenziale italiano prevede una clausola di salvaguardia fondamentale: la cristallizzazione del diritto.
Chi ha maturato i requisiti previsti da una misura di flessibilità (come Opzione Donna) mentre essa era ancora in vigore, conserva il diritto a beneficiarne anche se la norma viene abrogata o non prorogata successivamente.
Le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2024 avranno raggiunto i 35 anni di contributi e l'età minima richiesta (che era stata fissata a 61 anni per tutte, con possibili riduzioni in base al numero di figli e alla categoria) potranno ancora accedere al pensionamento anticipato nel corso del 2026.
Rinvio parziale dell'aumento dei requisiti anagrafici
L'unico intervento di modifica introdotto nella Manovra 2026 riguarda l'adeguamento dei requisiti pensionistici all'aspettativa di vita, previsto a partire dal 2027.
- Aumento graduale: l'incremento previsto di tre mesi sarà applicato in modo graduale per non gravare interamente sull'anno 2027.
- Nuova scala: nel 2027 l'aumento sarà di un solo mese, mentre i tre mesi pieni di incremento dei requisiti anagrafici si applicheranno solo a partire dal 2028.
Questo approccio limitato del Governo Meloni riflette la necessità di mantenere il controllo sulla spesa pensionistica, rinviando riforme strutturali più onerose a un momento futuro.
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