
Il blocco del conto corrente è una misura che impedisce al titolare di usare i soldi presenti sul conto. La banca può sospendere tutte le operazioni: prelievi, bonifici, pagamenti con carte, domiciliazioni. Il blocco può essere temporaneo o definitivo, a seconda della causa. In alcuni casi, il conto viene solo limitato per una parte delle somme, in altri viene congelato completamente.
Il blocco del conto si basa su:
Le cause del blocco del conto sono diverse. Alcune dipendono da comportamenti del titolare, altre da obblighi di legge o da decisioni di terzi.
Se il titolare ha debiti non pagati, il creditore può chiedere al giudice il pignoramento delle somme presenti sul conto. La banca riceve una notifica e blocca la cifra necessaria a coprire il debito. L’Agenzia delle Entrate può agire in modo simile per cartelle esattoriali non saldate. Il blocco può riguardare solo una parte del saldo o l’intero importo, a seconda della situazione. Se il conto contiene stipendi o pensioni, la legge prevede limiti alla quota pignorabile.
Il conto può essere bloccato su ordine dell’autorità giudiziaria. Succede in caso di sequestri preventivi collegati a reati, indagini su operazioni sospette, segnalazioni antiriciclaggio. Se vengono rilevati movimenti anomali, come versamenti ingiustificati o trasferimenti da/verso paesi a rischio, la banca deve segnalare la situazione all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) e può congelare i fondi fino a chiarimenti.
Il blocco del conto ha effetti immediati sulla gestione del denaro. Le limitazioni possono essere totali o parziali, a seconda della causa.
Non è possibile prelevare contanti, fare bonifici, usare carte di credito o debito collegate al conto. Anche i versamenti possono essere sospesi o accettati solo in parte. Se il blocco riguarda solo una quota, il titolare può usare la parte residua.
Lo stipendio o la pensione possono essere accreditati, ma non sempre sono subito disponibili. Se il blocco è totale, anche questi importi restano congelati. Le bollette e i pagamenti automatici potrebbero non essere eseguiti, causando ritardi o sospensioni di servizi. In caso di pignoramento, la legge tutela una parte delle somme derivanti da lavoro o pensione, ma il resto può essere bloccato.
Per sbloccare il conto, è necessario capire la causa e seguire la procedura corretta. Ogni situazione richiede documenti e tempi diversi.
La banca può chiedere:
In caso di truffa, serve la denuncia alle autorità e la richiesta formale di blocco o sblocco.
I tempi di sblocco variano:
L’interlocutore principale è la banca. In caso di blocco giudiziario, bisogna rivolgersi anche al tribunale o all’ente che ha disposto il blocco.
Evitare il blocco del conto è possibile con alcune attenzioni. Se il blocco avviene, è importante reagire subito per limitare i danni.
Mantenere aggiornati i dati personali e rispondere tempestivamente alle richieste della banca aiuta a prevenire blocchi per motivi amministrativi. Controllare regolarmente le comunicazioni ricevute dall’istituto, anche via email o app, permette di intervenire in tempo. In caso di problemi, contattare subito la banca per chiarire la situazione e chiedere istruzioni precise.
Se il blocco è ritenuto ingiustificato, si può presentare un reclamo formale alla banca. La banca deve rispondere entro un mese. Se la risposta non arriva o viene rifiutato lo sblocco, è possibile rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), che valuta la situazione e può ordinare lo sblocco se il blocco è illegittimo. In alternativa, si può fare ricorso al giudice. Un avvocato può aiutare a valutare la situazione, preparare la documentazione e seguire la procedura.
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