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Conti correnti dormienti: cosa sapere

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  • Definizione: un conto (o altro rapporto finanziario) diventa dormiente se resta inattivo per 10 anni con saldo sopra i 100€, senza operazioni attive del titolare.
  • Conseguenze: le somme vengono trasferite al Fondo Rapporti Dormienti del MEF, ma titolari o eredi hanno 10 anni per chiederne il rimborso tramite Consap.
  • Prevenzione: basta compiere un’operazione attiva (prelievo, deposito, richiesta saldo, aggiornamento dati, ecc.) per evitare la dormienza.
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Sommario contenuti:

Cosa sono i conti correnti dormienti?

Un conto corrente dormiente è un rapporto bancario o postale su cui non avviene alcun movimento per almeno 10 anni. Si parla di dormienza quando il saldo è superiore a 100 euro e il titolare non compie operazioni attive. Il termine “operazioni attive” indica azioni come prelievi, depositi, richieste scritte alla banca, aggiornamento dei dati anagrafici, richiesta di saldo o documentazione. Non interrompono la dormienza accrediti automatici come stipendi, pensioni o addebiti di utenze.

Quando un conto si considera dormiente

Un conto si considera dormiente dopo 10 anni di totale inattività da parte del titolare. La banca o l’istituto postale deve avvisare il cliente prima che il conto venga dichiarato dormiente. Dopo la comunicazione, il titolare ha 6 mesi per effettuare un’operazione e riattivare il conto. Se non interviene, il conto viene chiuso e le somme trasferite al Fondo Rapporti Dormienti.

Tipologie di rapporti dormienti

Non solo i conti correnti possono diventare dormienti. Rientrano nella categoria anche:

  • Libretti di risparmio bancari e postali
  • Conti deposito
  • Obbligazioni e titoli di Stato
  • Azioni
  • Assegni circolari (dopo 3 anni dall’emissione)
  • Rendite di polizze vita (dopo 2 anni)
  • Buoni fruttiferi postali non riscossi entro il termine di prescrizione

Ogni prodotto finanziario ha regole specifiche sui tempi di dormienza, ma il principio resta lo stesso: inattività prolungata e mancata risposta alle comunicazioni dell’istituto.

Cosa succede ai soldi nei conti dormienti?

Il trasferimento al Fondo Rapporti Dormienti

Quando un conto diventa dormiente, le somme vengono trasferite al Fondo Rapporti Dormienti istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il fondo è stato creato dalla legge finanziaria 2006 per tutelare i risparmiatori e finanziare progetti sociali. Il trasferimento avviene dopo che la banca ha avvisato il titolare e sono trascorsi i 6 mesi previsti dalla legge senza alcuna operazione.

Tempistiche e soglie di giacenza

La soglia minima per la dormienza è di 100 euro. Se il saldo è inferiore, il conto non viene considerato dormiente. Il periodo di inattività richiesto è di 10 anni per la maggior parte dei rapporti, 3 anni per gli assegni circolari e 2 anni per le polizze vita. Dopo il trasferimento al fondo, il titolare o gli eredi hanno 10 anni di tempo per richiedere il rimborso.

Esempi pratici di somme considerate dormienti

  • Un conto corrente con 200 euro senza movimenti dal 2012 diventa dormiente nel 2022.
  • Un libretto di risparmio con 1.000 euro, mai movimentato dal 2010, viene trasferito al fondo nel 2020.
  • Un assegno circolare emesso nel 2019 e non incassato entro il 2022 viene considerato dormiente.
  • Una polizza vita scaduta nel 2020 e non riscossa entro il 2022 diventa dormiente.

Come verificare se si hanno rapporti dormienti?

Consultazione online sul sito MEF e Consap

Per verificare la presenza di rapporti dormienti intestati a proprio nome o a familiari deceduti, si può consultare la banca dati Consap. Il servizio è disponibile su www.consap.it/rapporti-dormienti/rapporti-dormienti-area-cittadini/. Basta inserire i dati anagrafici richiesti per avviare la ricerca. Il portale permette anche di scaricare i moduli necessari per la richiesta di rimborso.

Altri strumenti di ricerca

Oltre al sito Consap, si può chiedere direttamente alla propria banca o all’ufficio postale informazioni sui rapporti dormienti. Alcuni istituti inviano comunicazioni preventive ai clienti a rischio dormienza. È possibile anche rivolgersi a sportelli bancari o postali per avere assistenza nella ricerca.

Documenti necessari per la verifica

Per la verifica servono:

  • Documento di identità valido
  • Codice fiscale
  • Eventuale documentazione del conto (numero conto, IBAN, intestatario)
  • In caso di eredi, certificato di morte del titolare e documentazione che attesti la qualità di erede

Come recuperare un conto corrente dormiente?

Procedura per inoltrare la richiesta a Consap

Per recuperare le somme trasferite al Fondo Rapporti Dormienti, bisogna presentare domanda a Consap. La richiesta può essere inviata:

  • Tramite raccomandata a/r o consegna a mano a Consap S.p.A., Via Yser, 14 – 00198 Roma
  • Via email all’indirizzo rapportidormienti@consap.it
  • Tramite portale online http://portale.consap.it/

Il modulo di richiesta si scarica dal sito Consap. Alla domanda vanno allegati:

  • Documento di identità e codice fiscale del richiedente
  • Copia della documentazione del conto
  • In caso di eredi, certificato di morte e documentazione che attesti la qualità di erede

Costi e tempistiche per il rimborso

La procedura di rimborso è gratuita. Consap esamina le domande in ordine cronologico di arrivo. I tempi di risposta possono variare da alcune settimane a diversi mesi, a seconda della complessità della pratica e della completezza della documentazione. Il rimborso avviene tramite bonifico bancario o assegno.

Cosa succede in caso di decesso del titolare

Se il titolare del conto è deceduto, gli eredi possono presentare domanda di rimborso. Devono allegare il certificato di morte e la documentazione che attesti la loro qualità di eredi (ad esempio, dichiarazione di successione o atto notorio). Anche in questo caso, la richiesta va inviata a Consap seguendo le stesse modalità previste per i titolari.

Come evitare che un conto diventi dormiente?

Operazioni da effettuare periodicamente

Per evitare che un conto diventi dormiente è sufficiente compiere almeno un’operazione attiva ogni 10 anni. Sono considerate valide:

  • Prelievo o deposito di qualsiasi importo
  • Pagamento con carta di credito collegata al conto
  • Richiesta scritta di saldo o documentazione
  • Aggiornamento dei dati anagrafici
  • Richiesta di libretto di assegni

Non sono considerate operazioni attive gli accrediti automatici (stipendio, pensione) o gli addebiti di utenze.

Attenzione alle comunicazioni della banca

Le banche e gli istituti postali sono obbligati a informare i clienti prima che il conto diventi dormiente. È importante leggere con attenzione queste comunicazioni e agire tempestivamente. Se si riceve un avviso di dormienza, basta una semplice operazione per evitare il trasferimento delle somme al fondo.

Consigli pratici per la gestione dei propri rapporti bancari

  • Tenere un elenco aggiornato di tutti i conti e libretti intestati
  • Aggiornare sempre i recapiti presso la banca
  • Effettuare almeno un’operazione ogni pochi anni, anche di piccolo importo
  • Verificare periodicamente la situazione dei rapporti bancari, soprattutto in caso di conti poco utilizzati
  • Informare gli eredi dell’esistenza di conti o rapporti finanziari

Domande frequenti sui conti dormienti (FAQ)

È possibile recuperare tutte le somme?

Sì, è possibile recuperare l’intero importo trasferito al Fondo Rapporti Dormienti, purché la richiesta venga presentata entro 10 anni dalla data di trasferimento. Dopo questo termine, il diritto si prescrive e non è più possibile ottenere il rimborso.

Quanto tempo si ha per richiedere il rimborso?

Il termine per richiedere il rimborso è di 10 anni dalla data di devoluzione delle somme al fondo. È importante agire entro questo periodo per non perdere il diritto al rimborso.

I conti cointestati possono diventare dormienti?

Sì, anche i conti cointestati possono diventare dormienti se nessuno dei titolari effettua operazioni attive per 10 anni. In caso di dormienza, ciascun cointestatario o i suoi eredi possono presentare domanda di rimborso per la propria quota.

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