
Un conto corrente dormiente è un rapporto bancario o postale su cui non avviene alcun movimento per almeno 10 anni. Si parla di dormienza quando il saldo è superiore a 100 euro e il titolare non compie operazioni attive. Il termine “operazioni attive” indica azioni come prelievi, depositi, richieste scritte alla banca, aggiornamento dei dati anagrafici, richiesta di saldo o documentazione. Non interrompono la dormienza accrediti automatici come stipendi, pensioni o addebiti di utenze.
Un conto si considera dormiente dopo 10 anni di totale inattività da parte del titolare. La banca o l’istituto postale deve avvisare il cliente prima che il conto venga dichiarato dormiente. Dopo la comunicazione, il titolare ha 6 mesi per effettuare un’operazione e riattivare il conto. Se non interviene, il conto viene chiuso e le somme trasferite al Fondo Rapporti Dormienti.
Non solo i conti correnti possono diventare dormienti. Rientrano nella categoria anche:
Ogni prodotto finanziario ha regole specifiche sui tempi di dormienza, ma il principio resta lo stesso: inattività prolungata e mancata risposta alle comunicazioni dell’istituto.
Quando un conto diventa dormiente, le somme vengono trasferite al Fondo Rapporti Dormienti istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il fondo è stato creato dalla legge finanziaria 2006 per tutelare i risparmiatori e finanziare progetti sociali. Il trasferimento avviene dopo che la banca ha avvisato il titolare e sono trascorsi i 6 mesi previsti dalla legge senza alcuna operazione.
La soglia minima per la dormienza è di 100 euro. Se il saldo è inferiore, il conto non viene considerato dormiente. Il periodo di inattività richiesto è di 10 anni per la maggior parte dei rapporti, 3 anni per gli assegni circolari e 2 anni per le polizze vita. Dopo il trasferimento al fondo, il titolare o gli eredi hanno 10 anni di tempo per richiedere il rimborso.
Per verificare la presenza di rapporti dormienti intestati a proprio nome o a familiari deceduti, si può consultare la banca dati Consap. Il servizio è disponibile su www.consap.it/rapporti-dormienti/rapporti-dormienti-area-cittadini/. Basta inserire i dati anagrafici richiesti per avviare la ricerca. Il portale permette anche di scaricare i moduli necessari per la richiesta di rimborso.
Oltre al sito Consap, si può chiedere direttamente alla propria banca o all’ufficio postale informazioni sui rapporti dormienti. Alcuni istituti inviano comunicazioni preventive ai clienti a rischio dormienza. È possibile anche rivolgersi a sportelli bancari o postali per avere assistenza nella ricerca.
Per la verifica servono:
Per recuperare le somme trasferite al Fondo Rapporti Dormienti, bisogna presentare domanda a Consap. La richiesta può essere inviata:
Il modulo di richiesta si scarica dal sito Consap. Alla domanda vanno allegati:
La procedura di rimborso è gratuita. Consap esamina le domande in ordine cronologico di arrivo. I tempi di risposta possono variare da alcune settimane a diversi mesi, a seconda della complessità della pratica e della completezza della documentazione. Il rimborso avviene tramite bonifico bancario o assegno.
Se il titolare del conto è deceduto, gli eredi possono presentare domanda di rimborso. Devono allegare il certificato di morte e la documentazione che attesti la loro qualità di eredi (ad esempio, dichiarazione di successione o atto notorio). Anche in questo caso, la richiesta va inviata a Consap seguendo le stesse modalità previste per i titolari.
Per evitare che un conto diventi dormiente è sufficiente compiere almeno un’operazione attiva ogni 10 anni. Sono considerate valide:
Non sono considerate operazioni attive gli accrediti automatici (stipendio, pensione) o gli addebiti di utenze.
Le banche e gli istituti postali sono obbligati a informare i clienti prima che il conto diventi dormiente. È importante leggere con attenzione queste comunicazioni e agire tempestivamente. Se si riceve un avviso di dormienza, basta una semplice operazione per evitare il trasferimento delle somme al fondo.
Sì, è possibile recuperare l’intero importo trasferito al Fondo Rapporti Dormienti, purché la richiesta venga presentata entro 10 anni dalla data di trasferimento. Dopo questo termine, il diritto si prescrive e non è più possibile ottenere il rimborso.
Il termine per richiedere il rimborso è di 10 anni dalla data di devoluzione delle somme al fondo. È importante agire entro questo periodo per non perdere il diritto al rimborso.
Sì, anche i conti cointestati possono diventare dormienti se nessuno dei titolari effettua operazioni attive per 10 anni. In caso di dormienza, ciascun cointestatario o i suoi eredi possono presentare domanda di rimborso per la propria quota.
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