
Alla morte del titolare, il conto corrente viene bloccato dalla banca per tutelare gli eredi. Per sbloccarlo servono: certificato di morte, atto notorio, testamento (se c’è), documenti degli eredi e dichiarazione di successione.
Solo dopo aver verificato tutto, la banca liquida i fondi o divide le quote tra gli eredi. Il conto cointestato viene bloccato solo per la quota del defunto.
La dichiarazione di successione va presentata entro 12 mesi. In casi complessi, è utile farsi assistere da un professionista.
La successione è il processo legale che regola il passaggio dei beni e dei debiti di una persona deceduta agli eredi. Il conto corrente fa parte dell’attivo ereditario. Alla morte del titolare, la banca blocca il conto per impedire operazioni non autorizzate e tutelare gli interessi di tutti gli eredi. Nessuno può prelevare o utilizzare i fondi fino al completamento delle procedure previste dalla legge. Questo blocco serve a garantire che la divisione del denaro avvenga in modo corretto e trasparente.
La gestione del conto corrente in successione è importante perché spesso rappresenta una parte significativa del patrimonio del defunto. Gli eredi devono seguire una serie di passaggi precisi per poter accedere ai fondi e rispettare le normative fiscali e civili.
La successione in Italia è regolata dal Codice Civile e da normative fiscali specifiche. Le regole cambiano in base alla presenza di un testamento, al grado di parentela degli eredi e al valore dell’eredità. Se il defunto ha lasciato un testamento, si seguono le sue volontà, sempre nel rispetto delle quote di legittima previste dalla legge. In assenza di testamento, la successione avviene secondo le regole della successione legittima.
Le banche applicano queste norme per garantire una corretta divisione dei beni. La dichiarazione di successione è obbligatoria se il valore dell’eredità supera una certa soglia. Le aliquote delle tasse di successione variano dal 4% all’8% in base al grado di parentela e all’importo ereditato. Esistono franchigie per gli eredi diretti e per i disabili gravi.
Il conto corrente viene inserito nell’inventario dei beni del defunto. Questo inventario comprende tutti i beni mobili e immobili, i titoli, i fondi e anche i debiti. Il saldo del conto corrente al momento del decesso viene considerato parte dell’attivo ereditario. Anche eventuali debiti collegati al conto, come scoperti o prestiti, passano agli eredi.
Se il conto è cointestato, solo la quota di proprietà del defunto entra in successione. Ad esempio, se un conto è cointestato tra due persone, alla morte di uno solo il 50% del saldo viene bloccato e inserito nell’eredità. Il resto rimane a disposizione del cointestatario superstite.
Quando la banca riceve la comunicazione del decesso, blocca il conto corrente. Durante il blocco, non è possibile effettuare prelievi, bonifici o altre operazioni, tranne quelle già autorizzate dal defunto prima della morte. Il blocco serve a evitare che qualcuno possa sottrarre denaro senza il consenso di tutti gli eredi.
Per sbloccare il conto, è necessario presentare alla banca tutta la documentazione richiesta. Solo dopo aver verificato l’identità degli eredi e la regolarità della successione, la banca procede allo sblocco e alla liquidazione dei fondi. Gli eredi possono decidere se chiudere il conto e dividere i soldi o mantenerlo attivo, sempre rispettando le quote ereditarie.
Nel caso di conto cointestato, la banca blocca solo la quota del defunto. Il cointestatario può continuare a usare la propria parte, ma non può disporre della quota bloccata fino alla conclusione della successione.
Per sbloccare il conto corrente, gli eredi devono presentare alla banca una serie di documenti:
La banca può richiedere altri documenti in caso di situazioni particolari, come eredità complesse o presenza di più testamenti. Gli eredi devono anche restituire tutte le carte di credito, bancomat, libretti degli assegni e altri strumenti di pagamento collegati al conto.
La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data del decesso. Questo termine è obbligatorio per legge. Se non viene rispettato, si rischiano sanzioni fiscali e ritardi nello sblocco dei fondi. La dichiarazione va presentata all’Agenzia delle Entrate in modalità telematica, direttamente dagli eredi o tramite un professionista incaricato.
Dopo la presentazione della dichiarazione di successione, gli eredi devono consegnare una copia alla banca insieme agli altri documenti richiesti. Solo così la banca può avviare la procedura di sblocco del conto.
La banca ha il compito di bloccare il conto corrente appena riceve la notizia del decesso. Deve verificare la documentazione presentata dagli eredi e accertare la loro identità. La banca può fornire agli eredi informazioni su tutti i rapporti bancari del defunto, inclusi libretti di risparmio, titoli e fondi.
Gli eredi devono restituire tutti gli strumenti di pagamento collegati al conto. Se non li trovano, devono sporgere denuncia. La banca può richiedere ulteriori verifiche in caso di eredità particolarmente articolate.
Solo dopo aver ricevuto tutta la documentazione e aver verificato la regolarità della successione, la banca procede allo sblocco del conto e alla liquidazione dei fondi.
I tempi per lo sblocco del conto corrente possono variare. In situazioni semplici, la procedura può richiedere alcune settimane. Se la successione è complessa, con molti eredi o testamenti, i tempi possono allungarsi anche di diversi mesi.
Dopo lo sblocco, gli eredi possono chiedere la chiusura del conto e la liquidazione dei fondi. La banca effettua i bonifici sulle coordinate bancarie degli eredi o consegna gli importi secondo le modalità concordate. In alternativa, il conto può essere mantenuto attivo, ma ogni erede potrà utilizzare solo la propria quota.
Evitare errori nella compilazione della dichiarazione di successione è fondamentale. Errori o omissioni possono bloccare la pratica per mesi. Anche la mancata restituzione degli strumenti di pagamento può causare ritardi.
Se la successione è complessa, se ci sono molti eredi, testamenti multipli o beni all’estero, è consigliabile rivolgersi a un notaio o a un consulente specializzato in successioni. Un professionista può aiutare a compilare correttamente la dichiarazione di successione, raccogliere i documenti necessari e gestire i rapporti con la banca.
Rivolgersi a un esperto è utile anche se si hanno dubbi sulle quote ereditarie o sulla presenza di debiti. Un consulente può ridurre i tempi burocratici e prevenire errori che potrebbero bloccare la pratica. In alcuni casi, il professionista può occuparsi anche dell’invio telematico della dichiarazione di successione e del pagamento delle tasse.
Scopri le migliori offerte delle banche
Scopri le migliori offerte delle banche
Scopri le migliori offerte delle banche