
L’imposta di bollo è una tassa che si applica ai conti correnti e ai libretti di risparmio. Viene calcolata sulla giacenza media annua: per le persone fisiche si paga solo se supera i 5.000 euro, mentre per aziende e associazioni è sempre dovuta. L’importo è di 34,20 euro all’anno per i privati e 100 euro per le aziende. Alcune categorie, come chi ha un Conto Base con ISEE basso o i pensionati con redditi limitati, sono esentate. Il pagamento avviene automaticamente tramite addebito sul conto. Per evitare la tassa, si può mantenere la giacenza media sotto i 5.000 euro. L’imposta non è deducibile dalle tasse.
L’imposta di bollo sul conto corrente è una tassa obbligatoria applicata ai titolari di conti correnti bancari e postali, oltre che ai libretti di risparmio. È in vigore dal 2012 e viene regolata dall’Agenzia delle Entrate. La banca o la posta trattiene l’importo direttamente dal conto e lo versa allo Stato. L’imposta riguarda sia le persone fisiche sia le persone giuridiche, come aziende, associazioni e titolari di partita IVA.
L’imposta di bollo non è collegata alle operazioni effettuate sul conto, ma solo al possesso del conto stesso e alla giacenza media annua. Non importa quante operazioni si fanno o quanto si movimenta il conto: conta solo il saldo medio mantenuto durante l’anno.
L’imposta di bollo si applica quando la giacenza media annua del conto corrente supera una determinata soglia. Per le persone fisiche, la soglia è fissata a 5.000 euro. Se il saldo medio resta sotto questa cifra, non si paga nulla. Per le persone giuridiche, invece, l’imposta si applica sempre, indipendentemente dalla giacenza.
L’imposta si applica su ogni conto corrente o libretto di risparmio attivo. Se una persona ha più conti nella stessa banca, l’imposta va calcolata su ciascun conto che supera la soglia di giacenza. La regola vale anche per i conti cointestati: se la giacenza media supera i 5.000 euro, l’imposta si applica.
Per le persone fisiche, la soglia di esenzione è fissata a 5.000 euro di giacenza media annua. Se il saldo medio del conto corrente o del libretto di risparmio non supera questa cifra, non si paga l’imposta di bollo. Se il conto è in rosso (saldo negativo), l’imposta non è dovuta.
Per le persone giuridiche, non esistono soglie di esenzione: l’imposta si paga sempre, indipendentemente dal saldo.
Alcune categorie possono beneficiare dell’esenzione dall’imposta di bollo:
Il calcolo della giacenza media è fondamentale per capire se si deve pagare l’imposta di bollo. Ecco come si fa:
L’addebito avviene in automatico sul conto, secondo la frequenza prevista dal contratto. Se la rendicontazione è annuale, l’imposta viene prelevata il 31 dicembre. Se è trimestrale, ogni tre mesi, e così via.
Esempio pratico:
Se hai due conti correnti nella stessa banca, uno con rendicontazione trimestrale e uno semestrale, e la giacenza media del primo è 6.000 euro e del secondo 7.000 euro, pagherai l’imposta su entrambi. L’importo sarà suddiviso in base alla frequenza di rendicontazione.
Alcune banche propongono offerte in cui si fanno carico dell’imposta di bollo per il cliente. Queste promozioni sono spesso legate all’apertura di nuovi conti, a campagne promozionali o a determinate condizioni (ad esempio, accredito dello stipendio o saldo minimo). Prima di aprire un conto, verifica se la banca offre questa possibilità.
I conti online seguono le stesse regole dei conti tradizionali. L’imposta di bollo si applica se la giacenza media supera i 5.000 euro. Alcuni conti online offrono il rimborso del bollo come vantaggio promozionale, soprattutto per i nuovi clienti. È importante leggere attentamente le condizioni contrattuali per capire se la banca copre l’imposta e per quanto tempo.
Sì, l’imposta di bollo si paga su ogni conto corrente o libretto di risparmio che supera la soglia di giacenza media di 5.000 euro, anche se sono presso la stessa banca. Se hai tre conti e tutti superano la soglia, pagherai l’imposta su ciascuno.
No, se il saldo medio annuo è pari o inferiore a 5.000 euro, o il conto è in rosso, non si paga l’imposta di bollo. La regola vale sia per i conti correnti sia per i libretti di risparmio.
Per sapere se sei esente, controlla la giacenza media annua del conto. Se è sotto i 5.000 euro, non devi pagare. Se hai un Conto Base e un ISEE sotto i 7.500 euro, sei esente. Puoi chiedere alla tua banca il calcolo della giacenza media o controllare l’estratto conto. Alcune banche inviano una comunicazione specifica in caso di superamento della soglia.
Sì, ma con regole diverse. Per i conti deposito, l’imposta di bollo non è fissa ma proporzionale: si paga il 2 per mille annuo sulla somma depositata per le persone fisiche. Per le persone giuridiche, c’è un tetto massimo di 14.000 euro. L’imposta viene prelevata direttamente dal conto deposito.
Se chiudi il conto prima del 31 dicembre, l’imposta di bollo viene calcolata in modo proporzionale ai giorni di effettiva apertura del conto. La banca addebita solo la quota relativa al periodo in cui il conto è stato attivo.
No, l’imposta di bollo non è deducibile dal reddito ai fini fiscali. È una tassa a carico del titolare del conto e non può essere recuperata in dichiarazione dei redditi.
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