
Lo scoperto di conto corrente (o fido bancario) è una linea di credito concessa dalla banca che permette di usare soldi anche con saldo negativo. Può essere autorizzato (con condizioni concordate) o non autorizzato (più costoso). Comporta interessi e commissioni, anche se non utilizzato, e deve essere gestito con attenzione per evitare costi elevati e impatti negativi sul merito creditizio. È utile per emergenze di liquidità, ma va usato con cautela e solo se strettamente necessario.
Lo scoperto di conto corrente, chiamato anche fido bancario, è una linea di credito che la banca concede su richiesta del cliente. Consente di effettuare pagamenti, prelievi o bonifici anche quando il saldo del conto è insufficiente o negativo. Il cliente può essere una persona fisica (privato) o una società (persona giuridica). La banca stabilisce un importo massimo utilizzabile, che può essere usato tutto o in parte, in base alle necessità.
La banca apre una linea di credito collegata al conto corrente. Il cliente può utilizzare questa disponibilità per coprire spese impreviste, ritardi nei pagamenti o momentanei problemi di liquidità. L’importo concesso viene definito in fase di contratto e può essere utilizzato in qualsiasi momento, anche se il saldo del conto è a zero. Lo scoperto può essere a tempo determinato, cioè valido per un periodo preciso, oppure a tempo indeterminato, senza una scadenza prefissata. Nel caso di scoperto a tempo determinato, la banca può recedere solo per giusta causa, dando almeno 15 giorni di preavviso per il rientro. Se invece è a tempo indeterminato, entrambe le parti possono recedere con un preavviso di 15 giorni, salvo accordi diversi.
Lo scoperto autorizzato è concordato tra cliente e banca. L’importo massimo, i costi e le condizioni sono stabiliti nel contratto. Il cliente può utilizzare la somma nei limiti previsti, pagando interessi e commissioni. Lo scoperto non autorizzato si verifica quando il cliente supera il limite del fido o va in rosso senza aver concordato uno scoperto. In questo caso, la banca applica tassi di interesse e commissioni più elevati e può richiedere il rientro immediato delle somme utilizzate. Il rischio di segnalazione agli enti di credito aumenta.
Gli interessi debitori sono calcolati sulla somma effettivamente utilizzata e per i giorni di utilizzo. Il tasso di interesse applicato allo scoperto è generalmente più alto rispetto a quello di altri finanziamenti come prestiti personali o mutui. Ad esempio, se si utilizza 1.000 euro di fido per 7 giorni, si pagheranno interessi calcolati solo su quella cifra e per quel periodo. Il tasso viene indicato nel contratto e può variare in base al profilo del cliente e alla banca.
Oltre agli interessi, la banca applica una commissione per la messa a disposizione dei fondi. Questa commissione, chiamata anche “commissione di istruttoria veloce” o “commissione di disponibilità fondi”, può arrivare fino allo 0,5% della somma concessa per trimestre. La commissione viene addebitata anche se il fido non viene utilizzato. Ad esempio, se la banca concede un fido di 3.000 euro, la commissione trimestrale può arrivare a 15 euro.
Oltre agli interessi e alle commissioni, possono esserci altri costi: spese di istruttoria per la concessione del fido, canoni mensili o trimestrali, costi per eventuali sconfinamenti oltre il limite autorizzato. Alcune banche prevedono anche spese per la gestione della pratica o per l’invio di comunicazioni periodiche. I costi variano da banca a banca e dipendono dal contratto sottoscritto. È importante leggere attentamente il foglio informativo prima di firmare.
Il Testo Unico Bancario disciplina la concessione degli scoperti di conto corrente. Le banche devono rispettare il tasso di usura stabilito dalla Banca d’Italia, che viene aggiornato trimestralmente. Se il tasso applicato supera la soglia di usura, il cliente ha diritto al rimborso delle somme pagate in eccesso. La normativa prevede anche obblighi di trasparenza: la banca deve fornire al cliente tutte le informazioni sulle condizioni economiche del contratto, compresi tassi di interesse, commissioni e spese accessorie.
Ogni banca stabilisce limiti massimi per lo scoperto, che variano in base al tipo di cliente (privato o azienda), al profilo di rischio e alle garanzie offerte. Per i privati, l’importo del fido è solitamente più basso rispetto alle aziende. Le banche possono modificare i limiti in base all’andamento del conto e alla situazione finanziaria del cliente. In caso di utilizzo eccessivo o di mancato rientro, la banca può revocare il fido e chiedere il rimborso immediato delle somme utilizzate.
La banca è tenuta a fornire al cliente un documento riepilogativo con tutte le condizioni economiche del contratto di scoperto. Dal 2021, la normativa impone maggiore trasparenza: il cliente deve ricevere informazioni chiare su tassi, commissioni, spese accessorie e modalità di recesso. È previsto anche il diritto di recesso senza penali: il cliente può chiudere il contratto di scoperto in qualsiasi momento, senza costi aggiuntivi.
Per ottenere uno scoperto autorizzato, il cliente deve presentare richiesta alla banca. La banca valuta la situazione finanziaria, il reddito, la storia creditizia e la capacità di rimborso. In base a questi elementi, decide se concedere il fido e per quale importo. Il contratto specifica l’importo massimo, la durata, i tassi di interesse e le commissioni applicate. In alcuni casi, la banca può richiedere garanzie aggiuntive.
Il rientro dallo scoperto avviene quando il cliente versa fondi sul conto corrente, riportando il saldo in positivo. Se lo scoperto è a tempo determinato, il cliente deve rientrare entro la data stabilita. In caso di scoperto a tempo indeterminato, il rientro può avvenire in qualsiasi momento, ma la banca può chiedere il rientro con un preavviso di 15 giorni. È importante rispettare i tempi per evitare segnalazioni negative e costi aggiuntivi.
Se il cliente non rientra dallo scoperto nei tempi previsti, la banca può segnalare la situazione agli enti di credito come il CRIF. Questo peggiora il merito creditizio e rende più difficile ottenere altri finanziamenti. In caso di sconfinamento prolungato, la banca può avviare azioni legali per il recupero delle somme dovute e chiudere il conto corrente.
Lo scoperto di conto corrente è utile per affrontare spese impreviste, ritardi nei pagamenti o momentanei problemi di liquidità. Permette di evitare il blocco dei pagamenti e di gestire meglio il flusso di cassa, sia per privati sia per aziende. È uno strumento flessibile, attivabile rapidamente e senza lunghe procedure.
I costi dello scoperto sono generalmente alti. Gli interessi debitori e le commissioni possono incidere in modo significativo, soprattutto se si utilizza spesso o per importi elevati. L’uso sistematico dello scoperto può portare a una situazione di indebitamento difficile da gestire. In caso di sconfinamento non autorizzato, i costi aumentano ulteriormente.
È meglio evitare lo scoperto se si prevedono difficoltà a rientrare o se si hanno alternative meno costose, come prestiti personali, linee di credito dedicate o soluzioni di finanziamento a tasso agevolato. L’uso dello scoperto dovrebbe essere limitato a situazioni di reale emergenza e non diventare una pratica abituale.
Controllare regolarmente il saldo e i movimenti del conto aiuta a evitare sconfinamenti e costi extra. Molte banche offrono servizi di alert via SMS o app per avvisare quando il saldo scende sotto una certa soglia.
Prima di utilizzare lo scoperto, è utile confrontare altre soluzioni di credito. Prestiti personali, carte di credito o linee di credito dedicate possono avere costi inferiori e condizioni più vantaggiose.
In caso di difficoltà nel rientrare dallo scoperto, è importante avvisare subito la banca. Spesso è possibile trovare soluzioni personalizzate, come la rinegoziazione del fido o la rateizzazione del debito, per evitare conseguenze più gravi.
Il costo dipende da interessi, commissioni e spese accessorie. In media, è più alto rispetto ad altri finanziamenti. Ad esempio, un privato con un fido di 3.000 euro che utilizza 500 euro per 7 giorni può pagare circa 29 euro tra interessi e commissioni. Un’azienda con un fido di 10.000 euro che usa 1.000 euro per 7 giorni può pagare circa 84 euro.
Sì. Se il cliente non rientra nei tempi previsti, la banca può segnalare la situazione agli enti di credito, peggiorando il profilo creditizio e rendendo più difficile ottenere altri finanziamenti in futuro.
Sì. Molte banche offrono servizi di avviso saldo basso o la possibilità di attivare un fido autorizzato per evitare sconfinamenti e costi aggiuntivi. È consigliabile attivare questi servizi per gestire meglio la liquidità e prevenire problemi.
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