
Le spese di un conto corrente includono costi fissi, come il canone annuo, e variabili, legati alle operazioni effettuate. Conoscere queste voci è essenziale per evitare costi inutili e scegliere il conto più adatto. I conti online o di base sono spesso più economici.
L’ICC aiuta a confrontare le offerte. Attenzione a imposte di bollo, spese nascoste e condizioni poco trasparenti: leggere sempre il Foglio Informativo è fondamentale.
Le spese di un conto corrente sono tutti i costi che una persona deve sostenere per aprire, mantenere e utilizzare un conto presso una banca. Questi costi si dividono in due categorie principali: spese fisse e spese variabili. Le spese fisse sono quelle che paghi anche se non usi il conto, come il canone annuo o le spese di gestione. Le spese variabili dipendono dal numero e dal tipo di operazioni che effettui, come bonifici, prelievi o pagamenti.
Ogni banca deve fornire informazioni chiare su tutte le voci di costo. Queste informazioni sono disponibili nei documenti ufficiali come il Foglio Informativo, il Documento informativo sulle spese e il Documento di sintesi. Leggere questi documenti è fondamentale per capire quanto spenderai realmente.
Conoscere i costi bancari ti permette di evitare spese inutili e di scegliere il conto più adatto alle tue esigenze. Se non controlli le condizioni, rischi di pagare servizi che non usi o di sostenere costi elevati per operazioni frequenti. L’Indicatore dei Costi Complessivi (ICC) è uno strumento che ti aiuta a confrontare le spese del tuo conto con la media di mercato. L’ICC viene calcolato su diversi profili di utilizzo (giovani, famiglie, pensionati) e ti permette di capire se stai pagando più del necessario.
Le banche sono obbligate a comunicare almeno una volta all’anno tutte le spese sostenute, tramite estratto conto, Documento di sintesi aggiornato e Riepilogo delle spese. Questi documenti ti aiutano a monitorare i costi effettivi e a valutare se il conto è ancora conveniente per te.
Le spese fisse sono costi che paghi indipendentemente dall’uso che fai del conto. Comprendono:
Queste spese sono indicate chiaramente nei documenti informativi. È importante verificare se il canone copre anche altri servizi, come bonifici o prelievi gratuiti.
Le spese variabili dipendono da come usi il conto. Esempi di costi variabili:
Più operazioni fai, più aumentano i costi variabili. È importante valutare quali servizi usi di più per scegliere il conto più adatto.
L’imposta di bollo è un costo imposto dalla legge. Si applica se la giacenza media annua del conto supera una certa soglia (attualmente 5.000 euro). L’importo dell’imposta di bollo è fisso e viene addebitato annualmente.
Altri costi obbligatori possono includere:
Questi costi sono sempre indicati nei documenti informativi e devono essere comunicati in modo trasparente.
I conti correnti online hanno costi di gestione inferiori rispetto ai conti tradizionali. Molti offrono canone zero e operazioni gratuite, soprattutto se gestisci tutto tramite internet. Se non hai bisogno di servizi allo sportello, un conto online può farti risparmiare molto.
Alcuni conti online prevedono condizioni per mantenere il canone zero, come l’accredito dello stipendio o un numero minimo di operazioni. Verifica sempre quali sono i requisiti.
Prima di aprire un conto, consulta sempre il Foglio Informativo e il Documento informativo sulle spese. Questi documenti hanno uno schema standard, valido per tutte le banche dell’Unione Europea, e ti permettono di confrontare facilmente le offerte.
Cerca l’ICC per il tuo profilo di utilizzo e confrontalo con quello di altri conti. Se le tue spese sono superiori alla media, valuta il cambio di conto. Puoi anche consultare l’Indagine sul costo dei conti correnti della Banca d’Italia per avere un riferimento sui costi medi.
Alcuni costi non sono subito evidenti. Controlla sempre:
Leggi attentamente tutti i documenti prima di firmare il contratto. Se hai dubbi, chiedi chiarimenti alla banca.
Il costo medio di un conto corrente dipende dal tipo di conto e dall’uso che ne fai. Secondo la Banca d’Italia, la spesa annua per un conto tradizionale può superare i 100 euro, mentre per un conto online si può scendere sotto i 30 euro. I conti a pacchetto hanno un canone fisso che può variare da 5 a 10 euro al mese, ma includono molti servizi. I conti a consumo sono più economici se fai poche operazioni.
Sì, anche se il saldo è zero, potresti dover pagare il canone annuo, l’imposta di bollo e altre spese fisse previste dal contratto. Se non versi soldi sul conto, rischi di andare in rosso e di pagare interessi o commissioni per scoperto.
Un conto è davvero a zero spese solo se non prevede costi fissi né variabili per le operazioni che ti interessano. Verifica sempre il Foglio Informativo e controlla che non ci siano commissioni nascoste o limiti sulle operazioni gratuite. Alcuni conti pubblicizzati come “zero spese” prevedono costi per servizi accessori o per operazioni fuori dal pacchetto.
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