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Buy the dip: cos'è e come sfruttarlo per investire

Persona che controlla investimenti

La strategia del Buy the Dip si basa sull’idea di acquistare un asset quando il suo prezzo scende momentaneamente, ma all’interno di un andamento generale in crescita. 

L’obiettivo è comprare a un prezzo più basso della media e rivendere quando il valore torna a salire. Per avere successo, però, è fondamentale il tempismo e la capacità di capire se si tratta davvero di una flessione passeggera o di un cambio di direzione del mercato.

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Sommario contenuti:

Cos’è e come funziona la Buy the Dip

L’idea alla base del Buy the Dip è semplice, sfruttare i cali momentanei dei prezzi come occasioni di acquisto, per poi beneficiare della ripresa del mercato. In altre parole, è la classica logica del “comprare a poco e vendere a molto”, che funziona soprattutto quando la tendenza generale resta positiva. Questa strategia dà i risultati migliori nei mercati che, sul lungo periodo, mostrano una crescita costante: in questi casi, i cali momentanei tendono spesso a essere seguiti da recuperi.

Come riconoscere i momenti di calo e valutare il recupero

Per sfruttare il Buy the Dip è importante distinguere tra un semplice ritracciamento e un vero cambio di direzione. Chi fa trading di breve periodo (scalping o day trading) si concentra su movimenti che durano da pochi minuti a qualche ora, mentre chi ha un orizzonte più lungo preferisce attendere cali più ampi, mantenendo poi la posizione per giorni o settimane. In ogni caso, la condizione essenziale è che la tendenza generale resti positiva.

Il potenziale di guadagno è maggiore quando il trend rialzista rimane solido e l’asset è considerato affidabile. Alcuni eventi, come le decisioni delle banche centrali, gli annunci di nuove misure economiche, i risultati trimestrali delle aziende o i dati sull’inflazione, possono favorire un rimbalzo. Un concetto che è utile conoscere è quello del ritorno alla media: dopo movimenti troppo accentuati verso l’alto o verso il basso, i prezzi tendono spesso a riequilibrarsi. 

Vantaggi del Buy the Dip

Questa strategia risulta particolarmente interessante quando si investe in società solide e con prospettive di crescita di lungo termine. Molte grandi aziende, in particolare nel settore tecnologico, hanno dimostrato in più occasioni di recuperare rapidamente dopo periodi di ribasso, trasformando quelle fasi in opportunità per chi ha saputo acquistare nei momenti di debolezza. Guardando al passato, non mancano esempi che confermano il potenziale di questo approccio: 

  • dopo la crisi del 2008-2009, i principali indici azionari sono tornati a nuovi massimi;
  • nel 2020, dopo il crollo repentino di marzo, i mercati hanno registrato un recupero altrettanto veloce. 

In entrambi i casi, chi ha comprato durante le correzioni ha potuto beneficiare di rendimenti significativi con il successivo rialzo. Alla base c’è la convinzione che, pur attraversando fasi di volatilità, i mercati nel tempo tendano a crescere. Per questo motivo, acquistare nei momenti di flessione può non solo ridurre il prezzo medio d’ingresso, ma anche migliorare la performance complessiva del portafoglio sul lungo periodo.

Limiti della strategia

Se da un lato il Buy the Dip può offrire opportunità interessanti, dall’altro comporta alcune criticità che è importante conoscere. La principale riguarda il tempismo: distinguere un calo temporaneo da una discesa più profonda non è semplice. Un ribasso che sembra momentaneo può infatti trasformarsi in una fase prolungata di debolezza, portando a entrare troppo presto e ad accumulare perdite. Inoltre, in contesti laterali o ribassisti, i rimbalzi tendono a essere limitati o di breve durata e questo riduce l’efficacia dell’approccio. 

Un ulteriore elemento di attenzione riguarda l’uso della leva finanziaria. Strumenti come CFD, Turbo o barrier amplificano i movimenti sia in positivo sia in negativo. Questo significa che anche piccoli errori di valutazione possono tradursi in perdite consistenti, superiori al margine inizialmente investito.

Per questo, la gestione del rischio diventa fondamentale. Occorre definire con disciplina i punti di ingresso, la dimensione delle posizioni e le regole di uscita, in modo da mantenere il controllo e rispettare sempre il proprio piano di investimento.

Consigli su come applicare la Buy the Dip

Mettere in pratica questa strategia significa saper riconoscere le fasi di flessione del mercato e gestire l’operatività con disciplina. Un buon approccio combina inoltre analisi tecnica e analisi fondamentale

  • da un lato, strumenti come i ritracciamenti o il ritorno alla media possono aiutare a individuare aree in cui il ribasso sta perdendo forza;
  • dall’altro, eventi come decisioni delle banche centrali, pubblicazione di dati macroeconomici o risultati aziendali offrono un quadro sul perché il mercato stia scendendo e su quanto sia probabile un recupero.

La gestione del rischio è il pilastro che sostiene la strategia nel lungo periodo. Come anticipato, operare con leva può moltiplicare i rendimenti, ma anche amplificare le perdite. Per questo è importante procedere con gradualità e utilizzare strumenti pratici per restare disciplinati, ad esempio:

  • iniziare con capitali contenuti o conti demo per fare esperienza;
  • definire in anticipo dimensione delle posizioni e livelli di uscita;
  • impostare alert di prezzo o segnali di trading per monitorare i livelli chiave.

Seguendo questi accorgimenti, il Buy the Dip diventa un approccio più strutturato, in grado di trasformare le fasi di debolezza del mercato in opportunità ben calibrate.

Suggerimenti finali

  • Operare in mercati con tendenza rialzista aumenta la probabilità che la flessione si chiuda con un recupero.
  • Concentrarsi su asset di qualità aiuta a distinguere ritracciamenti fisiologici da cali strutturali.
  • Pianificare entrata e uscita riduce l’impatto del tempismo imperfetto.
  • Ricordare che i risultati passati non garantiscono performance future mantiene realistica l’aspettativa di rendimento.
  • Utilizzare segnali e alert facilita il controllo del timing e dei livelli di prezzo rilevanti.

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pubblicato il 12 settembre 2025
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