
La finanza comportamentale studia come mente, emozioni e dinamiche sociali influenzano le decisioni di investimento.
In altre parole, integra la psicologia nello studio dei mercati per spiegare scelte non pienamente razionali. Serve in particolare per evitare errori dovuti a paura, entusiasmo, mode, informazioni incomplete o fake news. Conoscere questi meccanismi aiuta a proteggere i risparmi e a gestire meglio investimenti e previdenza, restando coerenti con i propri obiettivi anche quando i mercati diventano difficili.
Secondo la definizione utilizzata nei mercati, la finanza comportamentale è lo studio dei mercati che include la psicologia sul comportamento delle persone e della società. Dalla fine degli anni ’70, con i lavori di Daniel Kahneman, Amos Tversky e Robert J. Shiller, ha mostrato come bias cognitivi ed emozioni spieghino anomalie di prezzo e decisioni ricorrenti.
A differenza della finanza tradizionale, che si basa sull'“homo economicus” e sull’idea di mercati efficienti, la finanza comportamentale osserva che:
Quando questi errori si diffondono a livello collettivo, possono nascere fenomeni di gregge e pensiero di gruppo che hanno effetti duraturi su prezzi e volumi.
Bias | Come funziona | Conseguenze sugli investimenti |
---|---|---|
Overconfidence | Si sopravvalutano le proprie capacità e si ignorano i rischi | Decisioni troppo ottimistiche, errori di valutazione |
Avversione alle perdite | Le perdite pesano circa 3 volte più dei guadagni equivalenti | Si vendono i titoli vincenti troppo presto e si mantengono quelli in perdita |
Effetto disposizione | Risultato della combinazione overconfidence + avversione alle perdite | Portafogli meno efficienti e ridotta crescita nel tempo |
Effetto gregge | Si segue la massa senza valutare le informazioni reali | Bolle speculative e vendite di panico collettive |
Bias di conferma | Si cercano solo notizie che confermano le proprie idee | Si ignorano segnali contrari e si rafforzano convinzioni sbagliate |
Ancoraggio | Decisioni basate su un valore iniziale, anche casuale | Sopravvalutazione di livelli simbolici di prezzo |
Framing | La scelta cambia a seconda di come viene presentata la stessa informazione | Reazioni diverse a guadagni e perdite equivalenti |
L’overconfidence porta molti investitori a sentirsi più preparati di quanto siano davvero, sottovalutando i rischi. Al contrario, l’avversione alle perdite (descritta dalla Prospect Theory) fa sì che le perdite pesino molto di più dei guadagni: perdere 100€ pesa circa tre volte più di quanto faccia piacere guadagnarli. Questa combinazione genera l’“effetto disposizione”: vendere troppo presto i titoli in guadagno e mantenere troppo a lungo quelli in perdita.
Quando molti investitori condividono gli stessi pregiudizi o emozioni, nasce l’effetto gregge: si compra o si vende in massa anche senza nuove informazioni rilevanti. Il bias di conferma rafforza questo fenomeno, perché si cercano solo notizie che convalidano opinioni esistenti e si ignorano dati contrari. Il risultato può essere l’amplificazione di bolle e correzioni, come nei periodi di entusiasmo o panico diffuso.
L’ancoraggio spinge a prendere decisioni basandosi su un riferimento iniziale, spesso arbitrario, che condiziona valutazioni successive. Il framing mostra che il modo in cui un problema è presentato cambia la scelta, anche a parità di contenuto informativo. Questi meccanismi portano gli investitori a sopravvalutare livelli di prezzo “simbolici”, a reagire in modo diverso a perdite e guadagni equivalenti e a commettere errori sistematici di valutazione.
I bias cognitivi e le emozioni influenzano in modo diretto l’andamento degli investimenti. Come ha spiegato Richard Thaler, i mercati tendono a passare attraverso tre fasi:
In pratica, la paura tende a esagerare i ribassi e l’euforia a gonfiare i rialzi. È così che nascono fenomeni come il momentum (seguire la tendenza di breve periodo) o le bolle speculative.
Le scelte dettate dalle emozioni non si limitano ai mercati: anche nella gestione del risparmio possono avere effetti pesanti. Nei piani previdenziali, ad esempio, riscattare in anticipo o spostare i fondi in comparti troppo prudenti nei momenti di crisi può significare bloccare le perdite e compromettere gli obiettivi di lungo termine.
Riconoscere i principali bias aiuta a capire quando paura o euforia rischiano di condizionare le scelte. Sapere, ad esempio, che una perdita pesa psicologicamente più di un guadagno equivalente, rende più semplice mantenere la calma durante le fasi di mercato negative. Restare lucidi in questi momenti evita vendite affrettate e permette di rispettare la strategia pensata per il lungo periodo.
Definire obiettivi chiari (pensione, casa, studi dei figli) e scegliere strumenti coerenti aiuta a ridurre l’impatto dei bias. Nei percorsi previdenziali, una strategia efficace prevede più rischio nelle fasi iniziali e una riduzione graduale avvicinandosi all’età pensionabile. Aderire presto consente di sfruttare l’orizzonte lungo e di attenuare l’effetto delle fluttuazioni. Regole semplici e piani predefiniti riducono l’interferenza emotiva nelle decisioni.
Un supporto qualificato può fare la differenza. Strutture regolamentate e consulenti specializzati aiutano a mantenere disciplina, seguire strategie coerenti con gli obiettivi e non cedere a decisioni impulsive. Nei fondi pensione negoziali, ad esempio, il quadro normativo e la gestione professionale offrono maggiore protezione dagli errori dettati dall’emotività. In questo modo la teoria della finanza comportamentale si traduce in comportamenti pratici e sostenibili per la tutela del patrimonio.
L’educazione ai meccanismi psicologici degli investimenti aumenta la consapevolezza di errori prevedibili. Capire concetti come avversione alla perdita, effetto gregge, bias di conferma o framing permette di interpretare meglio notizie e andamenti di mercato, evitando di farsi trascinare dalle mode o dalle emozioni. La formazione rafforza infatti la capacità di restare fedeli al piano e di distinguere tra oscillazioni temporanee e cambiamenti strutturali.
Le ricerche più recenti utilizzano simulazioni con denaro reale, analisi dei dati di mercato e persino tecniche neuroscientifiche come la risonanza magnetica funzionale per studiare i processi decisionali. Queste evidenze hanno portato allo sviluppo delle cosiddette “spinte gentili” (nudge), cioè piccoli accorgimenti che orientano gli investitori verso scelte più razionali senza limitare la libertà individuale.
Ad esempio, molte piattaforme digitali propongono impostazioni automatiche di risparmio periodico o piani predefiniti di investimento. Questi strumenti aiutano a ridurre l’impatto delle emozioni e dei bias cognitivi, mantenendo gli utenti più vicini ai loro obiettivi dichiarati.
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