
L’effetto compounding, o interesse composto, è la crescita del capitale grazie al reinvestimento di interessi, cedole e dividendi. I guadagni si aggiungono al capitale e generano a loro volta nuovi guadagni, creando un effetto “a palla di neve” che aumenta nel tempo.
Questo meccanismo dà i migliori risultati se applicato con costanza e su un orizzonte di lungo periodo, perché ogni anno i guadagni si calcolano su una base sempre più grande.
L’effetto compounding è la pratica che consente di far crescere il proprio capitale reinvestendo tutti i guadagni generati dagli investimenti. Il capitale cresce perché, a ogni periodo, gli interessi maturano non solo sulla somma iniziale, ma anche sui rendimenti accumulati. Questo approccio si applica a molti strumenti:
Con l’interesse semplice gli interessi si calcolano sempre sul capitale iniziale e, se incassati, non aumentano la base su cui si calcolano i guadagni futuri. Con l’interesse composto i rendimenti vengono invece reinvestiti e la base cresce nel tempo. Vediamo due esempi pratici:
Sui mercati azionari il divario può essere enorme. Sulle azioni USA (indice S&P 500) tra il 1928 e il 2022, il solo prezzo è salito di circa il 21.500% (5,8% annuo), trasformando 1$ in circa 216$. Ma reinvestendo anche i dividendi, il rendimento totale è stato di circa +750.000% (9,9% annuo): 1$ è diventato oltre 7.500$, circa 35 volte il risultato ottenuto considerando solo il prezzo. Questi esempi mostrano come reinvestire i guadagni nel tempo possa moltiplicare significativamente il capitale.
In altre parole, l'effetto compounding combina tempo e reinvestimento. Ogni flusso incassato aumenta il capitale che produce i rendimenti futuri. Più lungo è l’orizzonte, più evidente è l’effetto cumulato.
Il compounding può far crescere molto il rendimento degli investimenti nel lungo periodo. Per questo, è particolarmente utile per obiettivi come la pensione o l’indipendenza finanziaria, dove tempo e continuità giocano a favore. La Borsa, storicamente, si presta bene a questa strategia grazie sia all’aumento dei prezzi sia ai dividendi reinvestiti.
Gli ETF e i fondi che distribuiscono dividendi sfruttano l'effetto composto quando i pagamenti vengono reinvestiti. Un ETF azionario con dividendi reinvestiti cresce grazie sia all'aumento dei prezzi che all'accumulo dei dividendi. Lo stesso principio si applica ai fondi obbligazionari con cedole reinvestite. Anche un conto di risparmio, se gli interessi non vengono prelevati, beneficia di questo stesso effetto.
Il successo di questa strategia dipende tanto dal comportamento quanto dalla scelta degli strumenti. Richiede pazienza, coerenza e un piano d'investimento sostenibile, allineato agli obiettivi e alla tolleranza al rischio.
La pianificazione di versamenti periodici aiuta a mitigare il rischio di investire quando i prezzi sono ai massimi. Scaglionare gli acquisti permette infatti di gestire la volatilità e di mediare il prezzo di carico. Mantenere una riserva di liquidità per le emergenze è essenziale per evitare di dover vendere durante i ribassi, preservando così l'effetto composto.
Costi e tasse erodono i rendimenti composti nel tempo. Per questo, si raccomanda di preferire strumenti con costi contenuti e ben diversificati, come:
La reinvestizione automatica dei dividendi (DRIP) può facilitare il processo. In Italia, le imposte sul capital gain al 26% (12,5% sui titoli di Stato) rendono vantaggioso rimandare la realizzazione delle plusvalenze.
Sfruttare l’effetto compounding significa ragionare su orizzonti temporali lunghi. Questo approccio non è adatto a chi cerca rendimenti immediati, perché i risultati diventano davvero evidenti solo dopo anni o addirittura decenni di investimenti costanti. Proprio per questo la pazienza è una componente fondamentale.
Un altro limite è legato ai prelievi frequenti: ogni volta che si ritirano guadagni o capitale, la base su cui si calcolano i rendimenti futuri si riduce e indebolisce la forza del compounding. Lo stesso vale per gli strumenti che non garantiscono flussi regolari: i dividendi, ad esempio, possono variare nel tempo o essere sospesi dalle aziende in momenti di crisi, riducendo così la continuità del reinvestimento.
Infine, bisogna fare attenzione a prodotti finanziari complessi o rischiosi. Ad esempio gli ETF a leva replicano i movimenti di un indice moltiplicandoli per due o tre volte, ma funzionano su base giornaliera, ciò significa che nel lungo periodo i risultati effettivi possono discostarsi molto dalle attese. Questo tipo di strumenti, se usato con leggerezza, può amplificare non solo i guadagni ma soprattutto le perdite.
Per chi vuole approfittare del compounding, una buona base è data da strumenti semplici e diversificati: ETF azionari a replica ampia con dividendi reinvestibili, fondi obbligazionari, REIT o conti di risparmio. Infine, è importante scegliere piattaforme con costi contenuti, valutare l’impatto fiscale (in Italia il capital gain è tassato al 26%, 12,5% sui titoli di Stato), e mantenere un piano coerente con i propri obiettivi e la propria tolleranza al rischio.
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